Categorie
ACUSMATICA

In assenza del doppio

(2005-2007) musica elettroacustica (voce: Giorgio Bertan) per nastro a 4 tracce da Un avatar del diavolo [24’15”]

Questo lavoro non è una semplice riduzione dell’opera di teatro musicale Un avatar del diavolo da me realizzata nel 2005 per La Biennale di Venezia. L’opera era basata sull’ultimo testo di Antonin Artaud “Pour en finir avec le jugement de dieu” e il termine “avatar” stava anche a indicare l’idea di doppio, tanto cara all’autore francese: l’odierno “avatar” informatico, sorta di alter ego elettronico,  Dio alter ego di Lucifero, gli escrementi alter ego dello spirito, il linguaggio elettronico alter ego di Lucifero. La composizione musicale utilizzava la tecnologia informatica per trasformare in tempo reale suoni e parole dei due personaggi in scena (Giorgio Bertan e Marta Paola Richeldi), in bilico continuo fra logocentrismo e melocentrismo: la parola e il suo doppio musicale.

Qual è dunque il “doppio” assente in questa sorta di suite? La voce come parola. Rimangono le sue risonanze in corpi estranei (animali, percussioni, suoni di ottoni, sospiri e grida), la musica che, attraverso tecniche di vocoding e convoluzione, scaturiva dall’eccitazione vocale prodotta sul palcoscenico dalla fisicità degli attori.

La forma, seppur dimezzata nelle sue dimensioni, rimane quella dell’opera teatrale. Fedele all’impianto originale del testo di Artaud, è costituita da 5 scene inframmezzate da 4 brevi xilofonie (come le chiamava Artaud) a carattere prevalentemente percussivo, più una coda da me aggiunta.

La scelta del testo potrebbe sembrare presuntuosa data la grande notorietà che gode nel mondo del teatro, ma la vera ragione risiede nel fatto che era mio desiderio riportarlo nel suo contesto originale. Il testo fu infatti creato da Artaud per la radiodiffusione, peraltro mai avvenuta perché incappata nella censura  (così come Visage di Luciano Berio che viene infatti citato nella quinta scena per gentile concessione di Universal Edition e Talia Pecker Berio), quindi utilizzando un mezzo che fin dagli inizi dell’esperienza elettroacustica è stato considerato privilegiato per la diffusione del nuovo pensiero musicale. Anzi, possiamo proprio considerare la nascita della musica concreta (Parigi, 1948) come liminare al lavoro di Artaud.

Il 4 settembre 1948, esattamente 6 mesi dopo la morte di Artaud, Wladimir Porché, direttore generale della Radiodiffusione Francese (RDF) nonché colui che pose il divieto di messa in onda di Pour en finir, inaugura il CER, centro di studi radiofonici per le trasmissioni sperimentali.